L’incontro tra moda e musica ha aperto le porte a una performance multisensoriale, in cui le studentesse coinvolte non solo hanno realizzato abiti originali, ma sono anche diventate “opere d’arte viventi” in una straordinaria messa in scena. Questo progetto ha offerto alle partecipanti l’opportunità di esplorare il lato più creativo e artistico della moda, sperimentando le connessioni tra suono, movimento e design.
La genesi della collaborazione tra moda e musica
L’idea di fondere moda e musica è nata dalla creatività di Silvia Rossignoli, allora diplomanda in Didattica della Musica. Con una profonda passione per l’arte in tutte le sue forme — dalla fotografia ai fiori fino alla moda — la giovane pianista si è posta una domanda ispiratrice: è possibile realizzare un abito basato su un’ispirazione musicale? Questo interrogativo l’ha portata a riflettere su come i sensi interagiscono tra loro e possano influenzare la creatività.
In un’epoca in cui la musica, un tempo momento sociale e condiviso, rischia di trasformarsi in un’esperienza di isolamento, si avverte sempre più il bisogno di “ri-educare” il pubblico, partendo proprio dalle aule scolastiche. La musica, oltre ad essere un linguaggio universale, svolge un ruolo fondamentale nel benessere e nello sviluppo personale, incidendo positivamente su creatività, espressività e capacità affettiva.
Questo progetto ha cercato di offrire una risposta concreta a tali domande, coinvolgendo i partecipanti in una “esperienza senso-motoria”, in cui musica e moda si sono incontrate per stimolare una creatività profonda e interdisciplinare. Attraverso un’indagine sociologica sugli effetti degli stimoli sonori e sensoriali, l’obiettivo è stato quello di comprendere quanto l’esperienza multisensoriale incida sulla creatività, permettendo alle studentesse di dare vita a un’opera tangibile: l’abito.
Il processo creativo: dall’idea agli abiti
La collaborazione con il Centromoda Canossa ha coinvolto dodici ragazze e un ragazzo delle classi terze, accompagnandoli in un percorso di quattro incontri ideato per tradurre l’esperienza musicale in arte visiva e tattile. Durante gli incontri, gli studenti hanno avuto l’opportunità di esplorare la musica attraverso un’esperienza corporea-cinetica, lasciando che il corpo reagisse spontaneamente alle melodie per poi trasformare queste impressioni in segni grafici, preludio al disegno di un bozzetto.
L’approccio è proseguito con un’esperienza puramente sensoriale, nella quale ai ragazzi sono stati proposti quattro ascolti diversi. A ciascuno di essi è stata associata la stimolazione dei sensi, con un focus su olfatto, tatto, gusto e udito, lasciando il senso visivo in disparte per evitare interferenze nella percezione. In una società in cui la musica è spesso vissuta come esperienza isolante e visiva, l’obiettivo era ricreare un momento di ascolto attivo, libero da immagini predefinite. Questo ascolto ha toccato il suo apice durante l’esecuzione dal vivo al Conservatorio di due brani di Chopin, la Polacca Op. 26 nr. 1 e il secondo movimento dal Primo Concerto per pianoforte e orchestra, che ha ispirato i ragazzi a dare forma alle proprie percezioni disegnando bozzetti di moda.
Questo esercizio di immersione musicale ha trasformato i ragazzi da spettatori a creatori, rafforzando la loro concentrazione e affinandone la sensibilità estetica. L’esperienza è culminata in una full-immersion sensoriale che ha incluso il senso visivo, consentendo al gruppo di completare i figurini con un approccio totalizzante. È stato interessante osservare come l’esecuzione della Polacca suscitasse immagini e colori intensi e scuri — nero, rosso, bordeaux — associati a tessuti come il velluto e il tulle, in sintonia con l’intensità drammatica del brano. Al contrario, l’ascolto della Romanza ha evocato tonalità più leggere come il verde, il lilla e il blu, richiamando tessuti setosi come il raso e lo chiffon, che esprimono una sensazione di armonia primaverile e paesaggistica.
Silvia ha inoltre condotto un’indagine sociologica per analizzare il modo in cui i vari stimoli sensoriali influenzano la creatività, ponendo le basi per una didattica della musica che si estende oltre l’ascolto e coinvolge il corpo intero. Interessante è stato notare, per esempio, come il rosso tinta unita, pensato inizialmente da alcuni partecipanti, abbia successivamente incluso dettagli marroni e arancioni, probabilmente ispirati dalla scenografia con vetrate colorate proposta dalla studentessa stessa. La musica di Chopin, dunque, non ha solo ispirato disegni ma ha stimolato un’interazione tra colori e trame complesse, invitando i ragazzi a interpretare in modo personale le emozioni evocate da questi brani.
Questo approccio multisensoriale ha inoltre influenzato la scelta dei tessuti: mentre i primi bozzetti spesso non prevedevano un tessuto specifico, dopo l’immersione sensoriale gli studenti hanno identificato chiaramente i materiali che più rispecchiavano le loro visioni, come il velluto per la Polacca e il raso per la Romanza. Grazie a questo percorso creativo, ogni abito si è trasformato in una sintesi tra musica e moda, realizzando una vera e propria opera d’arte ispirata.
L’esibizione finale
La proposta di un’esibizione finale come opera multisensoriale per il Centromoda Canossa è affascinante e di grande impatto. Una performance simile, che intreccia musica, moda, arte e sensazioni multisensoriali, cattura e coinvolge il pubblico in modo innovativo. Di seguito un riassunto della struttura:
1. Atmosfera e ambientazione
La scena si apre con proiezioni video di onde marine su tutto il palcoscenico, immerso in un’atmosfera soffusa. Gli elementi sensoriali, come fragranze agrumate e degustazioni di caramelle, sono già presenti sui tavolini, preparando il pubblico a vivere ogni momento con i cinque sensi.
2. Ingresso della pianista e performance iniziale
La pianista, indossando un abito da cocktail blu disegnato da lei stessa e dalle studentesse, dà inizio alla Polacca di Chopin. Proiezioni caleidoscopiche creano un gioco di riflessi che simboleggiano la circolarità della composizione. Le studentesse, indossando abiti ispirati alla Polacca, diventano “opere d’arte viventi” sul palco.
3. Recitazione e ambientazione naturale
Il suono degli uccelli e la recitazione di versi di D’Annunzio accompagnano la transizione verso un’atmosfera naturale e boschiva. Il pubblico viene avvolto da una visione scenica che integra elementi floreali, specchi e candele, in sintonia con la natura.
4. Esecuzione del Concerto Op. 11 di Chopin
L’ambientazione floreale si intensifica mentre la pianista e il secondo pianista eseguono la Romanza, e fragranze floreali arricchiscono la scena. Al termine del brano, la pianista si alza mentre la voce recita i versi della Dickinson, lasciando che la magia multisensoriale sfumi con il buio e il silenzio.
Questa rappresentazione è un’esperienza immersiva che permette al pubblico di percepire la musica attraverso colori, profumi e sapori, portando il Centromoda Canossa a esplorare le sinergie tra moda, arte e musica in un evento unico e sofisticato.
L’impatto sugli studenti
Il progetto ha dimostrato di avere un significativo impatto educativo e artistico sulle studentesse partecipanti, sottolineando l’importanza di una fruizione musicale consapevole e attiva. Le riflessioni emerse durante le interviste con i ragazzi mettono in evidenza una transizione dall’ascolto collettivo, caratteristico di epoche precedenti, a un’esperienza musicale sempre più individuale e passiva, spesso relegata a contesti quotidiani e privati. Questo cambiamento ha reso evidente la necessità di riscoprire l’ascolto condiviso come un’opportunità per costruire legami sociali e sviluppare una coscienza collettiva.
Le risposte degli studenti suggeriscono che l’ascolto musicale, sebbene spesso percepito come un accompagnamento secondario alle attività quotidiane, può anche essere un potente strumento per esplorare e comprendere le proprie emozioni. La nostalgia per momenti di condivisione musicale, come quelli trascorsi con i nonni durante le performance dal vivo, evidenzia il valore di esperienze collettive che arricchiscono la vita sociale e culturale.
In un contesto in cui le industrie musicali tendono a promuovere una standardizzazione del prodotto musicale, il progetto si propone di rivalutare la musica come arte, anziché mero prodotto di consumo. Si evidenzia quindi l’importanza di un’educazione che incoraggi la creatività e l’espressione artistica, aiutando gli studenti a riconnettersi con la bellezza e la complessità della vita attraverso la musica e le arti.
Il progetto, quindi, non solo invita gli studenti a esplorare il mondo musicale e artistico, ma si propone di offrire loro strumenti per affrontare la realtà con consapevolezza, stimolando un’esperienza di crescita personale e collettiva. In questo senso, il lavoro artistico diventa un mezzo di connessione con il mondo, una forma di espressione che permette di navigare le sfide dell’adolescenza e dell’identità, portando a un’educazione che sia tanto musicale quanto profondamente umana.
La collaborazione non si fermerà qui: il dialogo tra la scuola e Silvia resterà aperto per sviluppare nuovi progetti, con la prospettiva di partecipare, tra le altre cose, a un festival del tessile.